È quasi notte quando il
comunicato arriva nelle case. L’epidemia da coronavirus dilaga. Si teme che
dalla Lombardia si estenda in tutta l’Italia. È il 5 Marzo. Partono le telefonate fra docenti.
Siamo increduli. Si prende il comunicato alla leggera, quasi si trattasse di
vacanza, forzata, in casa, ma vacanza.
Tutti ci precipitiamo davanti agli schermi. La situazione è seria. Si contano i malati e anche i morti…sempre più numerosi. Il nostro primo pensiero va ai nostri alunni che di sicuro sono in casa con i genitori. Come sempre, assistono senza parlare, senza chiedere, perché i bambini hanno intuito, percepiscono le situazioni gravi, sentono l’incertezza, leggono i timori sui volti dei genitori. E se non chiedono è per paura di non avere risposte, veritiere, s’intende.
Dobbiamo intervenire. Aiutare
genitori e bambini che si trovano nel marasma di un CAMBIAMENTO EPOCALE.
Il nostro primo intervento è
rivolto ai bambini. Dobbiamo sentirli attraverso i cellulari, mandare loro un
saluto, tenere occupate le loro menti, ricordargli che ci siamo.
È quasi primavera, germogliano i
primi fiori.
Prendiamo tempo, guidando i loro
pensieri verso il mondo della natura che, indifferente a tutta questa umana
tempesta, rinasce.
Per riequilibrare il momento,
manteniamo la relazione assegnandogli compiti che mirino all’espressione
emotiva.
La prima proposta di attività
viene inviata con un vocale musicale, rivolto all’osservazione dei fiori e alla
stesura di un testo fantastico dove i fiori sono parlanti.
L’immaginazione li aiuterà ad
esprimersi e a sentirsi meno soli. Il compito svolto ritorna agli insegnanti
tramite e-mail, non abbiamo altre possibilità, per adesso.
L’esperienza ci dice che,
intanto, è necessario COSTRUIRE UN PONTE
per non farli sentire soli.
Siamo una piccola scuola. Non
siamo tecnologici. Usiamo la L.i.m. ma non siamo preparati a una simile
emergenza.
I primi due giorni sono di
organizzazione. “Dobbiamo raggiungere i nostri alunni con una piattaforma.”
Dice un maestro più giovane.
Noi che invece siamo molto più
vecchi, con decenni di anni di esperienza alle spalle, non sappiamo neppure
cosa sia una piattaforma. In questa circostanza non sappiamo davvero dove
mettere le mani.
Qualcuno di noi è sulla soglia
della pensione. Usa ancora il vecchio registro e la penna rossa, ma conosce
profondamente i bambini, le loro emozioni, i loro bisogni perché ha condiviso
la sua vita con due generazioni, lavorando sempre fra i banchi, a contatto con
la natura, in continua ricerca, adeguandosi ai cambiamenti e alle
trasformazioni sociali, soprattutto con e per i bambini.
I maestri più giovani ci guardano
e sorridono pensando che non riusciremo mai a capire questi mezzi tecnologici
che mettono tutti alla prova. LA SFIDA È
APERTA.
Tra il 7 e l’8 marzo, la
piattaforma è pronta. Si fanno le prime prove. Funziona. I maestri più tecnologici
educano quelli più vecchi e le famiglie spiegandogli il percorso da eseguire per
collegarsi, proprio come si fa con i bambini.
Tutti siamo attenti, curiosi,
stimolati. Vogliamo dimostrare ai nostri alunni che anche noi di una certa età
ce la possiamo fare, che possiamo raggiungere i nostri alunni nella loro casa.
Dobbiamo riuscirci il prima possibile, per accompagnarli in questo tempo
difficile, per offrirgli non più conoscenze e competenze ma semplicemente una
mano.
È lunedì 9 Marzo quando ci
ritroviamo tutti a scuola con i nostri computer, pronti a collegarci con i
nostri bambini. Sono passati solo quattro giorni da quando li abbiamo lasciati.
La felicità è deflagrante quando
ci rendiamo conto che davvero possiamo vederli tutti insieme e insieme possiamo
salutarci, parlarci, raccontarci la vita come se ci trovassimo a scuola. Anche
i bambini vanno a mille. Ci trovano perfino più divertenti dietro uno schermo,
davanti a una tastiera.
Sembra che all’improvviso siamo
precipitati in un futuro lontano, sembra che stiamo vivendo in un sogno di
fantascienza.
Il nostro primo obiettivo è
rincuorarli, il secondo obiettivo è stabilire NUOVE REGOLE DI RELAZIONE per riorganizzare il lavoro.
La scuola a distanza è
stimolante, ci proietta in una nuova dimensione, ci sprona a riprogrammare,
all’insegna della flessibilità per modellarci alle nuove esigenze.
L’euforia iniziale dei bambini si
attenua non appena stabiliamo le prime norme di lavoro ma tutti rispondono, tutti
sono presenti, sempre.
È una nuova esperienza per tutti,
sicuramente arricchirà maestri, genitori e alunni.
PROGRAMMAZIONE
La parola chiave è FLESSIBILITÀ.
Qualsiasi proposta dovrà essere monitorata e valutata per essere valida e
quindi riproposta, aggiornata, migliorata.
LA PRIMA SETTIMANA
Creazione dei gruppi Whatsapp di
classe per scrivere i compiti.
CONFERENZA fra docenti per
organizzare il lavoro, gli orari, le modalità, la nuova programmazione cucita
sui nuovi bisogni dei bambini che si trovano proiettati in pochi giorni in una
situazione completamente nuova.
CONFERENZA con i genitori di ogni
classe per creare un CONTATTO CON LE
FAMIGLIE, ascoltare le esigenze di ognuno, stabilire le regole da rispettare
durante le lezioni, prepararli a un nuovo tipo di lavoro che si dovrà modellare
agli accadimenti e ai vissuti personali e sociali.
ORARIO: durante la prima
settimana l’orario non è completo. Ci dobbiamo misurare con i TEMPI DI ASCOLTO dei bambini. Dobbiamo
valutare attraverso le risposte il grado di attenzione, di partecipazione, le
modalità di lavoro di ognuno.
OBIETTIVI FORMATIVI:
·
Aiutare i bambini ad esprimere nelle ore delle
lezioni di qualsiasi disciplina dubbi, paure, preoccupazioni relative ai giorni
che stiamo vivendo
·
Elaborare i cambiamenti che stanno avvenendo
nella natura (arrivo della primavera) e nelle nostre vite.
·
Mantenere i contatti fra bambini, per evitare
l’isolamento e con i docenti per essere guidati e per riempire di normalità la
giornata in casa.
·
Stimolare la fantasia attraverso attività
artistiche di scrittura, pittura, drammatizzazione.
ATTIVITÀ:
·
Scrittura di testi fantastici utilizzando la
musica
·
Scrivere di sé: caro diario …
·
Dipingere il coronavirus
·
Dipingere la paura
·
Inventare piccoli spettacoli da proporre
attraverso i mezzi tecnologici
Durante alcune attività sono
stati COINVOLTI ANCHE I GENITORI che, per la prima volta, si sono trovati ad
assistere a vere e proprie lezioni.
ANCHE I NONNI SONO STATI COINVOLTI nel lavoro intergenerazionale
così
come avviene a scuola e sono stati invitati a raccontare e a raccontarsi per
arricchire il bagaglio culturale dei bambini e riempire le giornate di
costrizione a casa
Al termine della prima settimana,
il primo monitoraggio ha riscontrato risposte positive in tutti gli ambiti.
Pertanto si è proseguito in tal
senso nelle settimane successive, proponendo un orario completo di attività,
simile a quello scolastico.
Nel corso della MATTINA (3 ore intervallate da mezz’ora
di ricreazione) le lezioni mirano all’acquisizione delle abilità di base di
lettura, scrittura e calcolo nelle prime due classi, ponendo sempre attenzione
alla situazione emotiva, favorendo l’espressione del singolo orale e scritta.
Nelle classi terza quarta e
quinta si pone attenzione alla produzione scritta, facendo leva sull’emozione e
sui vissuti di ognuno, utilizzando la musica, la drammatizzazione e tutte
quelle forme di espressione atte a valorizzare l’individuo.
Nel POMERIGGIO (2 ore) le attività più propriamente artistiche hanno
l’obiettivo di distendere e favorire la relazione di gruppo. I compiti
assistiti da un docente aiutano i bambini ad acquisire la giusta autonomia
nello svolgimento del lavoro e a rispondere alle consegne nei tempi.
Ogni settimana si propone una
conferenza con le famiglie per accogliere eventuali critiche costruttive
I bambini che presentano
difficoltà di apprendimento seguono la classe senza sforzo, a volte sostenuti
dai docenti che adeguano le lezioni alle loro richieste e dai genitori.
Qualsiasi attività proposta ha lo
scopo di:
·
consolidare le conoscenze in tutti gli ambiti
disciplinari
·
acquisire nuove competenze basandosi sulle
esperienze di vita quotidiana
·
mantenere i bambini collegati alla realtà
vissuta
·
Favorire l’elaborazione di preoccupazioni e
paure.
·
Aiutarli ad esternare attraverso poesie,
racconti, diari, pitture ecc. le proprie emozioni
·
Ricercare i valori universali dell’uomo
·
Valorizzare la mondialità
·
Creare e ricreare relazioni fra bambini.
·
Stabilire buoni rapporti con le famiglie
all’insegna dell’aiuto reciproco e della comprensione.
Dopo un mese di Scuola a distanza
abbiamo notato che I BAMBINI SONO
ENTUSIASTI, aspettano l’ora della lezione con gioia, rispondono alle
stimolazioni, eseguono i compiti.
Laddove emergono problematiche i
docenti intervengono attraverso una maggiore continuità con le famiglie che
risultano molto disponibili e bendisposte.
I bambini in alcuni casi sono più
attenti, anche perché meno distratti dai compagni, più concentrati e perfino
più partecipi alle argomentazioni.
Il controllo dei genitori,
sebbene sommario, è utile in quanto il bambino si sente controllato e protetto.
L’intimità della casa favorisce tranquillità, stimola la leva emotiva, avvicina
gli insegnanti all’ambito familiare in modo positivo, ricrea un ambiente di
apprendimento nuovo, a misura di bambino.
IL GIOCO SEMPRE PRESENTE è il nostro punto di forza per catturare i
bambini in questo momento in cui “io sto a casa” è la parola d’ordine di tutta
la nazione e per risvegliare nella loro vita, gioia, fantasia, vitalità e
speranza per un tempo migliore.
(Scuola Primaria Paritaria PICCOLO UOMO)
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