L'EMOTIVITA' NASCOSTA DEI BAMBINI


Osservando la nuova generazione, mi rendo conto che oggi sono sempre di più i bambini con difficoltà di attenzione.

L’ attenzione c’ è ma in alcuni momenti è concentrata su altri aspetti che per il bambino in quel momento sono più importanti.

La mente del bambino viaggia molto velocemente e trova sempre come prima destinazione, la famiglia. I bambini osservano i genitori in silenzio, ascoltano nell’ ombra e vivono a volte con paura situazioni difficili e momenti specifici della vita familiare.

A scuola il bambino si porta dentro tanti dubbi e tanti pensieri che cerca di nascondere al mondo esterno ma che non può nascondere a se stesso.

Le paure dei bambini sono tante e spesso si trasformano in ansia, insicurezza, timidezza, egocentrismo.

Il bambino si nasconde dietro atteggiamenti di varia natura, manifestando in alcuni casi comportamenti provocatori o oppositivi; altre volte notiamo stati di allontanamento dalla realtà, messi in atto per rifugiarsi in mondi immaginari e per non essere “scoperto” dal mondo esterno; altre volte ancora il bambino richiede attenzioni in modo più egocentrico per esprimere il proprio disagio.

In classe, il bambino vive il costante confronto con i compagni e gli insegnanti e crea corazze sempre più spesse per celare la sua parte più fragile. Sono le sue difese al dolore e alla paura, emozioni troppo forti a volte, per essere comprese e gestite senza un aiuto.

In questo senso l’insegnante deve saper guardare la classe ed al contempo deve stimolare ed osservare la risposta di ogni singolo bambino. A scuola il bambino vede l’insegnante come punto di riferimento; l’insegnante deve essere all’altezza di prendersi cura e contenere questo bisogno.

Quale guida autorevole e giusta, il maestro deve saper entrare in contatto emotivo e leggere negli occhi dei bambini, perché dietro una semplice disattenzione possono nascondersi pesanti mattoni.

Prima della richiesta didattica ci deve essere sempre la comprensione del bambino e questo si può fare solo quando si riesce ad andare oltre l’apparenza, guardando il bambino in trasparenza.

Con gli anni mi sono reso conto che condividendo le mie emozioni e parlando con i bambini a cuore aperto, riuscivo ad ottenere delle aperture che mi mostravano la loro vera essenza.

Mostrandosi autentico ed umano, guidando la classe e sostenendo il singolo, l
’insegnante diventa una guida a tutti gli effetti; una guida sicura, giusta, leale, una guida emotiva che ascolta, vive e comprende appieno le emozioni dei bambini.

Se riusciamo ad entrare nella vera essenza del bambino, lui potrà fidarsi di noi e solo allora si farà guidare serenamente.

Maestro Francesco

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